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Perché un uomo accusato di stupro è stato assolto per mancata “richiesta di punizione” della vittima

Un uomo è stato assolto dall’accusa di stupro perché, nonostante la vittima si sia rivolta alla polizia, non ha sporto formale querela. Un impasse burocratico, che ha portato l’impossibilità per i giudici a procedere con una condanna. E che interroga sull’efficacia delle modalità di comunicazione in casi delicati e complessi come quello in esame.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo è stato assolto dall'accusa di aver stuprato una donna nel 2021 perché, secondo quanto riportato nella sentenza dal collegio di giudici, mancherebbe "qualsivoglia concreta richiesta di punizione" da parte della vittima. Insomma, la denuncia della vittima non è bastata. Ma cosa è successo?

"La questione è essenzialmente tecnica – spiega a Fanpage.it l'avvocata Tatiana Montella – Quello di violenza sessuale è un reato procedibile a querela, il fatto che quest'ultima manchi, nonostante la donna sia andata dalle forze dell'ordine in seguito ai fatti, fa venire meno una condizione di procedibilità. Si tratta proprio di un difetto: senza la querela è oggettivamente impossibile procedere".

La donna, che lavora come sex worker, si era presentata in commissariato nel 2021 per sporgere denuncia contro l'uomo, spiegando di essere stata aggredita sessualmente. Ma non bastava: avrebbe dovuto sporgere querela, che si distingue dagli altri atti per la richiesta di punizione e procedibilità. "Una volta è capitato pure a me – continua Montella – stavo raccogliendo la nomina di una donna quando mi è arrivata contemporaneamente la richiesta di archiviazione. Anche lì, non era stata fatta la querela".

Si tratterebbe, quindi, di una questione meramente formale che però interroga molto sulla mancanza di informazioni e di accompagnamento per le donne che vogliono denunciare. E così, una donna che è convinta di aver fatto tutti i passaggi necessari nel caso di violenza sessuale, si trova a dover sbattere contro il muro di gomma della burocrazia, e l'incapacità che hanno certi uffici e funzionari di saper comunicare in modo adeguato le corrette procedure da seguire.

"È molto importante, in questi casi, rivolgersi ai centri antiviolenza, che forniscono supporto legale anche per non trovarsi in situazioni come queste – conclude Montella – La procedibilità a querela della persona offesa per queste tipologie di reato è stata una grande conquista anche delle lotte femministe, che hanno rivendicato il principio dell'autodeterminazione e scelta della donna rispetto anche al proprio vissuto di violenza. Ciò non significa che le procedure legali non siano complesse: è quindi importante che chiunque intervenga sul tema della violenza sia formato adeguatamente per farlo"

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